Dalla distopia alla (tragica) realtà

C’è da chiedersi quale sia ora lo scenario distopico (o distopia) attuale.

Perchè quella del ventennio scorso è divenuta tragica realtà ergo non è più lecito ed appropriato identificarla tale.

Una ridemensionata “Matrix”, dove la IA controlla il genere umano, potrebbe essere plausibile (magari con scenografie meno eclatanti ed appariscenti rispetto al film); a guardare bene i segnali ci sono e sono anche abbastanza sconfortanti: progressione impressionante e costante della distruzione culturale, nel senso di pensiero critico e capacità di leggere ed interpretare gli eventi che accadono con particolare riferimento al meccanismo “causa-effetto”; diffusione pervasiva e capillare attraverso i sistemi di comunicazione (digitiale/virtuale e televisivo) del programma cosidetto “neoliberista” o capitalista; esasperazione e magnificazione delle caratterizzazioni mirate al mantenimento del conflitto quale strumento prioritario del controllo del “gregge”, il “noi verso loro” che diventa martellante, ossessivo, proprio come da clima di caccia alle streghe. Le ondate sono cicliche e si rinnovano a seconda del periodo storico; i flussi migratori sono quasi un evergreen perchè meglio incarnano il nemico da abbattere; spirito nazionalistico che permetta di rifugiarsi dietro ad un bandiera quasi come la coperta di Linus; conflittualità sociale facendo sempre attenzione a mantenere la mira non su chi detiene il controllo od il potere ma sul vicino di casa, sull’omologo sociale cosi da alimentare la cosidetta guerra tra poveri. Ma soprattutto la narrazione, oramai ossessiva e compulsiva del mito dell’apparenza, dell’edonismo più becero, del senso dell’effimero, del disinteresse più totale verso l’eco sistema di cui facciamo parte.

La crisi totale, vista da un profano come me, rappresenta intrinsecamente una possibilità di reale cambiamento. Temo che la compromissione della ragione e della Cultura del genere umana renda questa possibilità abbastanza remota e difficile da realizzarsi. La legge del Caos (quello vero, quello che governa i processi naturali) potrebbe vernirci in aiuto e dare un colpo di grazia all’attuale sistema di potere sparigliando le carte e rendendo quasi impossibile governare la matrice ad n-variabili in gioco : geografiche, culturale/etnico, climatiche, tanto per citare le principali.

Pervaso da un improvviso e quasi irrazionale senso di ottimismo, mi piace pensare che per una distopia prossima, esista, parimenti, un’utopia possibile in contrapposizione. Proprio come nella filosia dei fumetti che prevede che per ogni super eroe-buono, vi sia un super-cattivo.

Insomma, viva Eraclito e speriamo, anzi adoperiamoci, per un prossimo “panta rei”.

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